λέγει που Ήράκλειτος ότι
πάντα χωρει
καί ούδέν μένει καί
ποταμου ροηι απεικάζων τά όντα
λέγει ώς δίς ές τόν αύτόν
ποταμόν ούκ άν έμβαίης
Eraclito dice in qualche luogo
che tutto scorre via
e che niente rimane immobile,
e paragonando le cose
alla corrente di un fiume
afferma che non potresti
entrare due volte
nello stesso fiume.
(Platone, Cratyl, 402a)
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Se sottoponiamo alla considerazione del nostro pensiero
la natura o la storia umana
o la nostra specifica attività spirituale,
ci si offre anzitutto
il quadro di un infinito intreccio di nessi,
di azioni reciproche,
in cui nulla rimane quel che era,
dove era e come era,
ma tutto si muove, si cambia,
nasce e muore.
Questa visione primitiva, ingenua,
ma sostanzialmente giusta del mondo
è quella dell'antica filosofia greca
e fu espressa chiaramente
per la prima volta
da Eraclito:
tutto è ed anche non è,
perché tutto scorre,
è in continuo cambiamento,
in continuo nascere e morire.
(Engels, Anti-Dühring)
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