λέγει που Ήράκλειτος ότι πάντα χωρει καί ούδέν μένει καί ποταμου ροηι απεικάζων τά όντα λέγει ώς δίς ές τόν αύτόν ποταμόν ούκ άν έμβαίης

Eraclito dice in qualche luogo che tutto scorre via e che niente rimane immobile, e paragonando le cose alla corrente di un fiume afferma che non potresti entrare due volte nello stesso fiume.

(Platone, Cratyl, 402a)

PANTAREI

Se sottoponiamo alla considerazione del nostro pensiero la natura o la storia umana o la nostra specifica attività spirituale, ci si offre anzitutto il quadro di un infinito intreccio di nessi, di azioni reciproche, in cui nulla rimane quel che era, dove era e come era, ma tutto si muove, si cambia, nasce e muore.

Questa visione primitiva, ingenua, ma sostanzialmente giusta del mondo è quella dell'antica filosofia greca e fu espressa chiaramente per la prima volta da Eraclito:
tutto è ed anche non è, perché tutto scorre, è in continuo cambiamento, in continuo nascere e morire.

(Engels, Anti-Dühring)

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Karl Obermann
Joseph Weydemeyer.
Pioniere del socialismo in America. 1851-1866
Joseph Weydemeyer
A Pioneer of Socialism in America. 1851-1866

Tedesco di Westfalia, già ufficiale d’artiglieria nell’esercito prussiano, Joseph Weydemeyer aderisce nel 1846 alla Lega dei Comunisti diretta da Marx ed Engels e con loro partecipa alla rivoluzione tedesca ed europea del 1848-1849. Sconfitta la rivoluzione, perseguitato, espatria con la famiglia e nel novembre 1851 approda a New York.
Nel Nuovo Mondo già avviato sulla strada di una imponente industrializzazione si mette subito al lavoro per influenzare in senso marxista le associazioni politiche e sindacali create dagli esuli e dagli immigrati tedeschi. Pubblica nel 1852 la prima opera di Marx stampata sul suolo americano, Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte, e fonda un giornale socialista, Die Revolution.
Fallito per la scarsità dei sostegni questo primo esperimento di giornale politico operaio, non si perde d’animo e s’adopera nel fornire un orientamento teorico e politico al giovane movimento operaio americano. Pubblica, sui giornali ai quali collabora, articoli di Marx, di Engels e propri saggi che «popolarizzano», nel senso migliore del termine, le scoperte scientifiche marxiste. Tiene conferenze, organizza associazioni e circoli operai, si batte sul terreno politico e sindacale per un preciso obiettivo: una organizzazione politica indipendente della classe operaia.


Translated from a collection of German and English articles

A German from Westphalia and former artillery officer in the Prussian army, Joseph Weydemeyer joined the Communist League led by Marx and Engels in 1846 and with them took part in the German and European Revolution of 1848-49. After the defeat of the revolution he was persecuted, decided to emigrate with his family and arrived in New York in November 1851. In the New World, where a vast process of industrialisation was already on the way, he immediately set to exert a Marxist influence on the political and trade union associations created by the German exiles and emigrees. In 1852 he published Marx’s first work in America, The Eighteenth Brumaire of Louis Bonaparte, and founded a socialist newspaper, Die Revolution. This early experiment of a workers’ political newspaper failed for lack of support, but Weydemeyer did not lose heart and worked to give a theoretical and political orientation to the emerging American labour movement. He published, in newspapers where he was a contributor, articles by Marx and Engels, and his own writings which “popularised”, in the best sense of the term, Marxist scientific discoveries He held lectures, organised workers’ associations and clubs and fought on political and union grounds for a specific objective – an independent political working class organisation.

 
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2002; 302 pagine, rilegato
Illustrato
indice dei nomi e notizie biografiche


2002, hardcover, 302 pp., biographies, index of names
Published with the support of the Institute for the Study of Capitalism, Genoa

ISBN 978-88-86591-07-2
€ 13,00

 
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